Con l’invio del 31 marzo da parte di banche ed intermediari delle informazioni finanziarie l’Agenzia delle Entrate dispone di un nuovo potente strumento per contrastare (e prevenire) l’evasione fiscale.
Tutto ruota sulle informazioni finanziarie contenute nell’archivio dei rapporti, che ha visto negli anni evolvere il proprio ruolo e s’è visto affiancare da supporti normativi ed arricchirsi di contenuti così da diventare un vero e proprio strumento attivo – e non più solo un verosimile puntello – per l’azione di recupero ad imposizione.
Dopo alterne vicende, che hanno ruotato sostanzialmente attorno al D.L. 201/2011, condite da ripensamenti e da qualche tentennamento, ad oggi per l’archivio dei rapporti è previsto un utilizzo per un’analisi diretta del rischio di evasione. Tale strumento si dimostrerà molto elastico ed adattabile, oltre che molto penetrante per la sua stessa natura che porta l’occhio del fisco direttamente sui rapporti finanziari dei contribuenti, poiché i criteri del suo utilizzo e gli obiettivi di ricerca, in definitiva, saranno stabiliti anno dopo anno.
Si tratterà con ogni probabilità di un ruolo duplice, che si dipanerà in un’attività sia preventiva sia di indagine nel merito, interrogando i rapporti finanziari oggetto di archiviazione e di invio.
Ciò che si prospetta, oltre all’utilizzo diretto in sede di “indagine” sul contribuente, ovviando alla difficoltosa procedura di accesso ai dati bancari, è una poderosa attività di incrocio di tali dati (statici e dinamici) tra di loro e soprattutto con l’insieme amplissimo di dati in possesso dell’Amministrazione Finanziaria e provenienti da dichiarazioni, comunicazioni ed altri dati in ogni modo reperiti, con il primario intento di rivelare eventuale capacità contributiva momentaneamente “perduta”. Di fatto un nuovo funzionale strumento di controllo della fedeltà delle dichiarazioni in relazione alla propria attività autonoma e/o imprenditoriale o anche ai redditi da lavoro dipendente o assimilati in un “sistema matematico” che ha come variabili redditi dichiarati, volumi d’affari, risultanze da elenchi clienti/fornitori, saldi e movimenti dei conti correnti, rapporti finanziari di diversa natura, investimenti e così via.